Concorso aperto ai laureati. Restano i 24 CFU
Il ministro Bussetti negli ultimi mesi ha dichiarato che per diventare insegnante, bisognerà partecipare al concorso, a cui si potrà accedere soltanto con la laurea.
La legge di bilancio 2019 interviene su diversi punti del comparto scuola, specie su alcuni aspetti della legge 107.
In base alla bozza relativa alla prossima manovra, occorre ribadire che si tratta di una bozza e che quindi prima dell’approvazione potrebbero anche mutare alcuni aspetti, ci saranno alcune novità per quanto riguarda il reclutamento degli insegnanti.
Per accedere al concorso, che è previsto già dal 2019, serviranno la laurea ed i 24 CFU. Il concorso sarà strutturato in tre prove, composte da due scritti ed una prova orale, per il posto comune, mentre per il concorso sui posti di sostegno è previsto uno scritto a carattere nazionale e un orale.
Le modalità della prova orale potrebbero subire un cambiamento. Infatti l’obiettivo della prova sarà di valutare il grado delle conoscenze e competenze dei candidati nelle discipline facenti parte della classe di concorso.
Nessuna modifica, invece, alle conoscenze linguistiche dei candidati.
La graduatoria avrà validità biennale e comunque perderà validità con la pubblicazione della successiva.
Nel testo della riforma si legge che il superamento delle prove concorsuali costituisce abilitazione all’insegnamento per le medesime classi di concorso per le quali si è partecipato.
Per quanto riguarda il sostegno, si specifica che non ci saranno idonei. La graduatoria, infatti, a fine concorso sarà formata da un numero di soggetti pari ai posti messi a concorso.
Una novità importante di questo nuovo reclutamento, riguarda il taglio del FIT, che passa da tre ad un solo anno.
Di conseguenza, una volta superato il concorso, i vincitori saranno ammessi ad un anno di prova e formazione da supplente (FIT), al termine del quale l’insegnante entrerà di ruolo.
Chi vince rimane 4 anni nella stessa scuola in cui ha svolto l’anno di prova.