Si riportano di seguito le notizie apparse sulla stampa in relazione al prossimo concorso a cattedre.
Intervenendo alla festa nazionale del PD in corso a Reggio Emilia, il ministro Francesco Profumo ha anticipato i requisiti di ammissione al concorso per l’assunzione di circa 12 mila docenti il cui bando è atteso per il prossimo 24 settembre con previsione di svolgimento nel corso del 2012-13, con l’obiettivo di procedere alle immissioni in ruolo dal 1° settembre 2013.
Potranno partecipare al concorso – secondo le vecchie regole applicate in occasione del concorso del 1999-2000 – i docenti in possesso dei requisiti allora previsti e comunque con titolo di studio (diploma o laurea) conseguito entro il 2003-04 e senza abilitazione.
Per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria potranno essere ammessi al concorso i maestri diplomati entro quell’anno scolastico (in possesso della vecchia abilitazione magistrale).
Ovviamente potranno partecipare al concorso anche i docenti in possesso dell’abilitazione conseguita successivamente (quasi tutti iscritti attualmente nelle graduatorie ad esaurimento).
Per i laureati che hanno tentato senza successo l’accesso ai TFA, sembra di capire che l’ammissione al concorso non sia possibile.
Anche per i docenti ammessi ai corsi TFA l’ammissione a questo concorso è vietata. Ma potranno, invece, partecipare al prossimo concorso secondo nuove regole, annunciato per la prossima primavera.
Se, come sembra, saranno effettivamente questi i requisiti di accesso (la lettura dei requisiti da parte del ministro non è stata completa e spesso interrotta da un gruppo di precari ostili al concorso), si tratterà di un concorso omnibus aperto soprattutto a docenti anziani.
Il ministro Profumo, nel corso di una intervista rilasciata al programma ‘Prima di tutto’ di Rai Radio 1, approfondisce le modalità con cui si selezioneranno quasi 12mila candidati all’insegnamento attraverso il ritorno del concorso a cattedre.
“Ci sarà un test iniziale di prescrematura dove l’obiettivo – ha detto Profumo – è quello di selezionare docenti che lavoreranno nella scuola per i prossimi 20/30 anni, quindi grande attenzione a quelle che saranno le necessità del Paese. Sarà valutata la loro capacità logica, di comprensione verbale, le loro competenze linguistiche ed informatiche. Poi ci sarà una seconda prova, di competenze e di settore. Nella terza prova saranno valutate le capacità dello stare insieme in classe del candidato, quindi una lezione simulata, una valutazione delle attitudini della persona a rapportarsi con i giovani. Una modalità nuova per individuare i nuovi docenti del nostro Paese”.
Alla domanda su chi potrà accedere al concorso, visto anche che è il primo bando dopo 13 anni, Profumo ha spiegato: “Gli abilitati e questo consentirà alle persone di avere un doppio canale, quello delle graduatorie e quello del concorso”. Cosa ne sarà dei cosiddetti precari storici, i 250mila vincitori di concorso già in graduatoria? “Bisogna chiarire che ci sono tre momenti nella vita delle persone, uno è il momento della laurea, il secondo è quello dell’abilitazione, il terzo quello del concorso per ottenere un posto. Le persone che sono in graduatoria sono 180mila di cui 22mila varranno messi in ruolo. Questi rimarranno in graduatoria, ma avranno la possibilità di partecipare al concorso e se vincitori potranno accelerare l’ingresso nel mondo della scuola”.
Per quanto riguarda il sistema nazionale di valutazione, Profumo ha sottolineato che “è costituito da tre elementi: Invalsi, Indire e Corpo ispettivo. Il processo sarà attraverso un’autovalutazione delle scuole, basato su dati oggettivi messi a disposizione dal Ministero, relativi alla logistica, caratteristiche della scuola, i suoi risultati. Successivamente ci sarà una valutazione dell’autovalutazione stessa e saranno individuati quegli elementi per migliorare il sistema della scuola. La centralità naturalmente è lo studente. Bisogna offrire un servizio migliore agli studenti e alle loro famiglie”.