AZIONE 38: SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA
CHE HA CONDANNATO L’ITALIA PER L’ABUSO DI
CONTRATTI A TERMINE NELLA SCUOLA
Ieri, 26 novembre, è stata pubblicata la sentenza della Corte di Giustizia Europea nelle cause riunite C-22/13, da C-61/13 a C-63/13 e C-418/13 avente ad oggetto la normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola.
La Corte ha rilevato che la clausola 5, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato del 18 marzo 1999, si applica a tutti i lavoratori, senza distinguere la natura pubblica o privata del rapporto di lavoro e, quindi, anche ai docenti ed al personale Ata assunti con contratto annuale.
Lo Stato Italiano ha abusato nell’utilizzare in modo continuativo contratti a tempo determinato, perché non ha indicato nei contratti né le ragioni obiettive che giustificavano il rinnovo, né la durata massima totale dei contratti né il numero dei loro rinnovi.
In definitiva, secondo la Corte “La normativa italiana, fatte salve le necessarie verifiche da parte dei giudici del rinvio, da un lato non consente di definire criteri obiettivi a trasparenti al fine di verificare se il rinnovo dei contratti corrisponda ad una esigenza reale, dall’altro non prevede nessun’altra misura diretta a prevenire e sanzionare il ricorso abusivo ad una successione di contratti di lavoro a tempo determinato”.
Premesso quanto sopra ed in relazione ai giudizi attualmente pendenti, occorre ricordare che la Corte di giustizia non risolve la controversia che ha dato luogo al rinvio pregiudiziale ma spetta al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte.
In ambito nazionale, era stata la Corte Costituzionale, con ordinanza n. 207/2013 (unitamente al Tribunale di Napoli) a sollevare la questione pregiudiziale in ordine alla violazione della clausola 5, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato 18 marzo 1999.
Tale circostanza aveva indotto il nostro ufficio legale a chiedere, per il tramite degli avvocati locali, un rinvio delle cause pendenti dinanzi ai Tribunali ed alle Corti d’Appello, in attesa della decisione della Corte di Giustizia europea.
Per tutti coloro che non hanno aderito al ricorso, si preannuncia che seguiranno ulteriori istruzioni operative, unitamente alla scheda di adesione, per gli interessati a partecipare al nuovo ricorso che sarà predisposto alla luce di quanto stabilito dalla Corte di giustizia europea